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Gran Premio svizzero di letteratura per Alberto Nessi
Alberto Nessi è primo autore di lingua italiana insignito del Gran Premio svizzero di letteratura: fino a qualche anno fa si chiamava Gran Premio Schiller (ed era stato vinto da altri autori italofoni: Francesco Chiesa, Vinicio Salati, Giorgio Orelli, Piero Scanzani, Grytzko Mascioni, Giovanni Orelli) ed il più importante riconoscimento letterario del nostro Paese.
Il poeta, narratore, saggista e traduttore della val di Muggio è stato festeggiato a Berna giovedì 18 febbraio, alla presenza del consigliere federale Alain Berset, e domenica 21 a Lugano al Lac.
Che Nessi sia uno scrittore apprezzato é indubbio, il folto pubblico presente ne ha confermata pure la popolarità. Al Lac domenica, niente discorsi lunghi e tanto spazio alla poesia. Gli editori Fabio Casagrande e Jürg Zimmerli hanno espresso la loro gratitudine allo scrittore «dallo sguardo attento ai contesti quotidiani, alle persone modeste, a fatti apparentemente marginali». Pietro de Marchi, per la giuria del Premio, l’ha ribadito: Nessi è «avido di storie vere per farne storie di carta, grazie alla sua capacità d’ascolto e d’immedesimazione è stato in grado di salvare frammenti di uomini e donne comuni che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra». Il Consigliere di Stato Manuele Bertoli gli ha espresso un triplice ringraziamento: nelle vesti di responsabile cantonale della cultura e della lingua italiana e «per quello sguardo dal basso» che accomuna la loro visione politica.
E infine, le poesie lette dall’autore hanno portato alto quello sguardo.
Fratello
Sono fratello dell’uomo con l’armonica
come lui suono alle erbe dei muri
ai fiori di plastica legati agli altari
sui bordi della strada, alle ringhiere.
Come lui suono alle erbe dei muri
a secco. Asplenio e cimbalaria
sono miei alleati, un’aria
stonata mi distingue dai muti.
Ai fiori di plastica legati agli altari
lungo la cantonale – memorie di ammazzati
dalle lamiere – affido le mia voce
fatta di parole rubate.
Sui bordi della strada, alle ringhiere
il nostro dio lascia una frasca
scomposta. Ricordati, fratello:
nel filo d’erba è racchiusa la grazia.
(A.N. 2004)
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