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Recensione
Véronique, Paul e Natascha sono tre giovani appassionati di teatro. Prima di perdersi di vista hanno trascorso un’estate gomito a gomito a parlare di teatro e di futuro. Era il 1982 e avevano poco più di venticinque anni. Véronique ero io narra della loro amicizia, con uno stile onirico e scanzonato, ben reso in italiano da Emanuela Cavallaro. Il risultato è un romanzo di formazione sui generis, che ripercorre, a quasi trent’anni di distanza, l’atmosfera magica di quel periodo stretto tra infanzia ed età adulta, che ha rappresentato per i protagonisti l’ultimo atto di una gioventù sognatrice. (mf)
Friederike Kretzen, Véronique ero io, traduzione di Emanuela Cavallaro, Ferrara, Luciana Tufani, 2015, 232 pagine.
Un contributo della viceversaletteratura. È possibile trovare la versione integrale di Matteo Ferrari con riassunto in tedesco e francese qui.
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